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La giusta dieta per la tiroide..quali evidenze?

Spesso si sente parlare di alimenti o integratori utili per supportare la nostra funzionalità tiroidea, ma ci sono reali evidenze scientifiche a supporto? ...vediamolo meglio!
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La tiroide è una ghiandola endocrina che produce due ormoni: T3 e T4, i quali regolano numerose funzioni metaboliche, tra cui lo sviluppo del sistema nervoso centrale e l’accrescimento corporeo. Le disfunzioni tiroidee sono molto comuni soprattutto col passare degli anni, e sono soprattutto le donne a svilupparli.

Vari fattori oltre al genere influiscono sulla funzionalità tiroidea, come l’età, il microbiota intestinale, lo stress, l’utilizzo di farmaci e fattori ambientali, come il tipo di dieta.

Vediamolo meglio:


Lo iodio

Lo iodio rappresenta circa il 60% in peso degli ormoni tiroidei T3 e T4, ed è noto che un insufficiente apporto di iodio può portare a sviluppare o peggiorare una condizione di ipotiroidismo. Non esistono valori minimi di riferimento per l'assunzione di iodio, ma i LARN ci danno dei livelli di assunzione adeguata per la popolazione, ovvero 150 µg al giorno, che ovviano allo sviluppo di gozzo, permettono di avere sufficienti riserve di iodio tiroideo e quindi non inducono alterazioni nella produzione degli ormoni.

Pur non avendo un livello minimo di iodio da assumere, non si devono superare i livelli massimi: 600 µg al giorno sono infatti associati ad ipertiroidismo e tiroiditi autoimmuni (attenzione quindi agli integratori presi senza ratio!)


Fonti di iodio

Le fonti di iodio sono principalmente il sale iodato (lo iodio è invece scarso nel sale marino non integrale, maggiore in quello integrale, non raffinato), ma questo elemento è molto presente anche nelle alghe e negli integratori che le contengono, oltre che nel pesce, la carne, le uova e i formaggi. Le verdure verdi (crucifere), nonostante ciò che è stato detto per anni, non inibiscono l'assorbimento di iodio e possono quindi essere consumate.


Soia e tiroide

Gli alimenti a base di soia (ad esempio latte di soia, tofu, salsa di soia, tempeh e miso) contengono gli isofavoni, che possono avere un'azione inibente l’enzima perossidasi tiroidea, portando da tempo le persone a non assumerli in caso di ipotiroidismo. Gli studi più recenti ci dicono in realtà che i derivati della soia possano essere assunti senza rischi di soppressione della attività tiroidea. Diverso è il discorso sugli integratori a base isoflavoni di soia, che è meglio evitare a causa delle concentrazioni troppo elevate.


Selenio e metabolismo tiroideo

Il selenio, di cui sono ricchi frutti di mare e frattaglie, ma anche pane, cereali, carne, pollame, pesce e uova, ha un ruolo importante nel metabolismo tiroideo. Bassi livelli sono stati associati a maggiori rischi di gozzo e noduli tiroidei, ma data la sua diffusione i fabbisogni della popolazione sono generalmente rispettati senza ricorrere ad integrazioni.


Molti altri elementi, come rame, magnesio, zinco, vitamina D ecc. sono stati studiati per il loro potenziale effetto benefico sulla tiroide, ma ad oggi gli studi clinici non ci forniscono evidenze sufficienti ad integrarli nella dieta.


Ancora molto è da chiarire sulla connessione tra dieta e tiroide,

in quanto molti studi portano risultati non univoci.

Ad oggi ciò che è sicuro è che l'apporto minimo non debba mai essere trascurato (ricordiamoci che sale nel periodo della gravidanza), si deve utilizzare sale iodato o sale marino integrale, tutte le crucifere possono essere consumate e così i prodotti a base di soia, se pur in modo non eccessivo, ricordando sempre di variare al massimo la nostra alimentazione, il che da solo ci preserva da molte carenze, spesso inutilmente integrate!


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